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Sempre la stessa storia!

Writer: Andrea De Blasio PincheraAndrea De Blasio Pinchera


Quante volte ci siamo ritrovati a pensare una cosa del genere leggendo una sinossi di un film, di una serie tv, magari addirittura leggendo un libro o ascoltando una canzone. Eh già, a volte ci sembra che tutto sia stato detto, fatto e raccontato. La realtà miei cari lettori è proprio questa! Sono circa cinquemila anni che, grazie alla scrittura, abbiamo traccia di ciò che il genere umano produce e in cinquemila anni avete idea di quante storie (o melodie) siano state realizzate? Basti pensare alla molteplicità delle culture e all’avvicendarsi di esse attraverso i secoli. A volte parliamo di vero e proprio plagio, altre volte dovremmo solo ammettere che tutto è già “successo” in precedenza. Questo vuol dire che non ci saranno mai più idee originali? Spero proprio non sia così, specialmente in campo scientifico (chissà che questo blog non apra una sezione a riguardo). Dobbiamo tuttavia prendere in considerazione che spesso in ambito artistico la vera originalità risiede nel “come” piuttosto che nel “cosa”. Potrebbe essere vero che la storia che sto raccontando sia stata già raccontata, ma potrei farlo in modo diverso, mettendo parte di me (la cosa più originale che ho da offrire) in essa. Ecco pronto un prodotto che, se ben realizzato, può considerarsi originale abbastanza. Questa premessa era necessaria per introdurre il discorso sulle serie tv. Ormai da più di un decennio l’industria televisiva vive di nuova linfa grazie a questo format che di originale non ha proprio nulla: senza andare a scomodare gli amici anglofoni, maestri in questo genere di produzione, possiamo fare un piccolo salto nelle teche RAI per accorgerci di quanti “sceneggiati” a puntate sono stati prodotti in epoche non sospette. Sì, perché lo sceneggiato non è altro che il lontano prozio delle moderne serie tv. Perché allora oggi viviamo questo boom incontrollabile di serie tv? Moda? Anche, ma credo che il fenomeno vada analizzato con più attenzione. Se inizialmente le serie tv rappresentavano i cuginetti più poveri e meno prestigiosi del cinema, oggi le risorse impiegate per le produzioni di una serie spesso superano quelle riservate per la cinematografia. Prima di affrontare questo argomento è bene delineare gli aspetti chiave che distinguono una serie tv da un film: primo su tutti direi che è il respiro narrativo, breve e intenso nel caso di un film, ampio e pluriarticolato in una serie tv. Un altro aspetto importantissimo è il cast: se nel film un attore ha un lasso di tempo ristrettissimo per conquistare lo spettatore, nella serie tv si ha qualche possibilità in più per entrare nelle grazie del pubblico. È dunque più facile fare serie tv? Non direi, anzi si affrontano difficoltà di diverso genere. Non diamo per scontato che lo spettatore voglia assistere al secondo episodio se il primo non è stato di suo gradimento! Spero di avere altre occasioni per approfondire l’argomento per bene, ora concentriamoci sul perché al giorno d’oggi le serie tv sembrino avere un appeal irresistibile per moltissimi (non ultimo per chi scrive). Non ho potuto fare a meno di notare come il crescente successo delle serie tv sia andato di pari passo con un cambiamento culturale molto più esteso e complesso che abbiamo vissuto a partire dall’inizio di questo secolo: il fuoco di tale cambiamento sta nella drastica riduzione del tempo di attenzione. Se ci fermiamo a riflettere, in tantissimi ambiti rileviamo questo decremento: articoli di giornale sempre più brevi, film che raramente superano le due ore, duro calo delle vendite dei libri, specie quelli con un elevato numero di pagine e potrei andare avanti con tanti altri esempi. Lo smodato uso dei social media e internet in generale sono stati al contempo causa ed effetto di questo cambiamento. Probabilmente entreremo nel merito in un altro momento, ora riprendiamo il nostro percorso. Naturalmente a cogliere il vantaggio di questa transizione sono stati proprio i generi come le serie tv. La serialità è di per sé qualcosa che ha grande presa sul pubblico: ripensiamo un momento ai romanzi d’appendice pubblicati a partire dall’Ottocento: vere e proprie “puntate” di un romanzo pubblicate su quotidiani e riviste. In un momento storico in cui il grande pubblico non è molto predisposto per stare quattro ore davanti a Via col Vento (Gone with the Wind, 1939), un prodotto che viene pubblicato ad episodi di una quarantina di minuti ciascuno, risulta più appetibile. È vero che oggi esiste una pluralità di generi di serie tv che comprendono anche produzioni da oltre un’ora ad episodio, ma sono ancora abbastanza rare. Impossibile non volgere lo sguardo ad una delle serie tv meglio realizzate, Sherlock, produzione britannica ad oggi con uno dei cast di maggior spessore e con una sceneggiatura impareggiabile, i cui episodi arrivano a durare un’ora e mezza circa, ma ci troviamo di fronte a un caso molto particolare. La narrazione di Sherlock dura tre episodi a stagione, siamo più vicini ad un tv movie. Veniamo infine all’ultimo lustro che, con il dilagare del fenomeno del binge-watching, sembra smentire totalmente la mia teoria. Per i neofiti una piccola nota: il binge-watching è la pratica largamente diffusa, grazie anche a piattaforme di streaming come Netflix, Amazon Prime Video, Hulu, la neonata Disney+ e molte altre, di guardare intere stagioni di una serie tv tutte in una volta, sprofondando in lunghe maratone accompagnate da confortevoli divani, letti, coperte e spuntini di vario tipo. In realtà, per quanto questa pratica si stia diffondendo, è un fenomeno che riguarda ancora una nicchia di appassionati (e tv-dipendenti) non sufficiente a smontare la mia ipotesi. Ciò non vuol dire che il successo di un genere preveda la crisi di un altro. Ci sono momenti in cui desideriamo uno svago più breve, altri in cui ricerchiamo un intrattenimento più duraturo. È però un dato di fatto che quando si tratta di scegliere da zero qualcosa da seguire, si protende per qualcosa di non eccessivamente lungo. Tutto sommato per me è un bene dato che ad oggi mi ritrovo a scrivere su un blog online di serie tv con articoli alquanto brevi! Avremo altre occasioni per affrontare questi argomenti, per ora spero solo di aver dato il pretesto per riflettere sulle proprie abitudini e chissà che la prossima scelta non ricada su un articolo di giornale (magari cartaceo) ben scritto e ben strutturato. Per ora svaghiamoci come meglio riteniamo opportuno.

 
 
 

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